Lingua sarda e tanta ironia questi sono gli ingredienti principali del successo di Angius’ House e di Luigi Bullita, deus ex machina, grazie a Snapchat, della serie famosissima su facebook. Riprendiamo la nostra chiacchierata cin Luigi…
Se siete curiosi e non l’avete ancora fatto, vi invitiamo a leggere il primo articolo, pubblicato qualche giorno fa, e a proseguire con questo nuovo articolo. Buona lettura!
Luigi, qual è il personaggio più amato?
I personaggi più amati sono tre. In primis, Giselledda, lei un po’ la nonna di tutti. Poi viene Patty, che non fa parte della famiglia, ma lei ci sarà sempre. E poi Marisa, che rappresenta il pilastro della famiglia. Molte donne si riconoscono in lei, a me fa uno strano effetto che una donna si riconosca nella mia interpretazione. Sono molto felice per questo.
Giselledda è straordinaria, con le sue movenze, il suo modo di parlare.
Sì, Giselledda! Quando Marisa fa i complimenti a Patty, non lo fa perché è falsa, lei vuole fare un complimento alla sua amica, invece Giselledda è abituata in un altro modo, se qualcosa non le piace, lo dice, senza peli sulla lingua. Questa è una caratteristica che avevano le donne di un tempo, nate tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta. Purtroppo stiamo perdendo quelle Giselledde di un tempo, donne sincere e dirette. Per me è molto importante far sì che vivano ancora, ciò che faccio non risolverà il problema della perdita, però almeno le può trattenere un pochino di più in vita.
Tua nonna ha a che fare almeno un po’ con Giselledda?
Mia nonna di Giselledda ha solo la sincerità, la spontaneità, ma lei era calma, non perdeva mai la pazienza. Magari fossi come lei! Riusciva a farsi scivolare tutto, era una roccia, ma se doveva dirti qualcosa, te la diceva.
Ho preso più spunto dalle amiche e dalle sorelle di mia nonna. Nei primi anni Novanta, quando ero piccolino, venivano a cena le sorelle e parlavano tanto, d’estate prendevamo le sedie e ci mettevamo per strada a prendere il fresco, e le sentivi parlare e arrivava una vicina, un’altra amica e si confrontavano sempre in quel modo, avevano un modo diverso di fare rispetto a quello che abbiamo noi. La caratteristica smorfia del naso, quel modo di gesticolare, la mimica in generale sono cose che ho osservato molto in loro. Mia madre fa parte di un’altra generazione e si pone in modo ancora diverso.
Ti faccio un esempio. Se a mia madre chiedo di portarmi un bicchiere d’acqua, lei mi risponde: bai pesadindi e pigadidu a solu. Invece, mia nonna mi avrebbe risposto: gei troddias, non pentzo propriu. Quanta musicalità! Quaranta o cinquanta anni fa il sardo aveva dei modi diversi, molto più diretti e una cadenza musicale. Ad esempio, quando si faceva qualcosa di brutto, chi ti vedeva ti apostrofava: ses lègia fadendi cosas de aici! Senti? È un canto. Io mi soffermavo sin da piccolino ad ascoltare questi modi di dire e come venivano detti. Mi divertivo a prendere in giro anche mia nonna, per gioco, le ripetevo le frasi.
Marisa è una madre a tuttotondo, la caratterizzi proprio bene.
Marisa ha qualche cosa di mia madre: mia madre è proprio mamma mamma mamma!
Michael e i suoi venti euro, quanto è simpatico!
Michael è il mio personaggio preferito. È molto amato sia dei giovani che dalle persone più adulte proprio per la sua richiesta dei venti euro. Michaeleddu lo chiamano gli anziani. Io sono un misto tra Michael e Veronica, a lei piace studiare e leggere, sì, esce, ma è sempre molto rigorosa e poi c’è Michael con la sua parte un po’ più fanciullesca, – a 32 anni ti senti ancora un po’ ragazzino-. Da ragazzino chiedevo i venti euro a mia madre in quel modo e ricevevo lo stesso trattamento!
Con Michael ho affrontato il tema della bocciatura, purtroppo la dispersione scolastica è un grave problema della nostra società. La scuola è troppo importante per la nostra formazione. Quando sento di episodi di violenza e di bullismo compiuti da ragazzi, penso che occorrerebbe un po’ più di educazione sia da parte dei genitori sia da parte della scuola. Quanto è importante il dialogo! Si deve parlare con i ragazzi, bisogna ascoltare il bullo, perché lui fa del male come riflesso del male che ha dentro.
Interpreti quasi tutti i personaggi e ti piace dare un colore diverso a ognuno di loro.
Sì, li interpreto quasi tutti io, tranne qualcuno. Anche per questo non si possono fare attività dal vivo, perché non posso sdoppiarmi, mi serve snaptchat.
Io non interpreto il personaggio del giornalista, lo fa Alessandro Congia, che nella vita fa il giornalista per davvero. Lui è perfetto per questa parte, oltre all’aspetto fisico, ha quel suo modo giornalistico di porsi e quella parlata in italiano che è funzionale al personaggio. Era già previsto che un giorno qualcuno avrebbe fatto battere il cuore di Patty. Chi vive in un paese sa bene che alcune persone vengono emarginate perché magari non sono il prototipo della bellezza.
In un video il pescivendolo la prende in giro e le affibbia un soprannome, sì, fa ridere, ma c’è anche un altro video dove lei è a casa e piange, si giustifica con il padre dicendogli d’aver mal di denti, ma in realtà sta piangendo proprio per le prese in giro. L’animo umano è sensibile. Ci sono persone che sembrano forti, ma soffrono tantissimo perché sono viste diversamente, sono etichettate con dei soprannomi. Ho usato il soprannome di Patty per punzecchiare, ma non li sopporto. I nostri genitori ci hanno dato dei bellissimi nomi ed è giusto usare quelli.
Stiamo vivendo puntata dopo puntata la storia di Patty e del giornalista. Ecco il mio suggerimento: falli fidanzare, sono così carini!
Accadranno delle cose veramente molto carine. Ho già un film in testa! Voglio sfatare il pregiudizio che una persona di una classe sociale più alta non possa stare con una persona di una classe sociale più bassa, una persona bella non possa stare con una persona brutta, o chi è laureato non posso stare con chi non lo è. Le persone sono belle per la loro individualità, non è determinate solo il bel lavoro. Ogni individuo si trova gettato nel mondo con dei tratti caratteristici già dalla nascita e lo studio e tutto il resto arrivano dopo.
Patty, gli occhioni grandi quelle espressioni così ingenue, io la immagino come un’amica. Lei è sincera e spontanea: è bella!
Patty è ingenua, sbadata sensibile, la sua sensibilità ha conquistato tutti, è goffa e anche un po’ immatura. Io la guardo e penso: lei è proprio la ragazza della porta accanto, la vicina con cui ti fa piacere condividere la vita.
Il buon utilizzo dei social. Con leggerezza e con le battute tu fai uno scopo didattico dei social.
I social permettono di divulgare messaggi importanti. Quando ho visto quanto seguito avesse la pagina, ho sentito la mia responsabilità e tutt’ora la sento tantissimo: il web è un bel posto dove ti puoi informare, ti puoi divertire, ma è un luogo dove c’è anche tanta cattiveria, c’è tanto analfabetismo funzionale. Visto il grande seguito, ho pensato di poter divulgare messaggi importanti, dinamiche che avvengono anche all’interno della famiglia, ad esempio, il tema dell’abbandono. A volte capita che i figli crescano, si sposino e si dimentichino di avere una madre, salvo ricordarsi di lei quando hanno qualche necessità economica. All’inizio dicevo anche qualche parolaccia, ma i fan mi hanno consigliato di non dirle più e quindi ho smesso.
Quando ti capita la fortuna di avere tanto seguito, si deve stare attenti a ciò che si propone, ci sono alcune tematiche che non si possono affrontare con l’ironia, ad esempio le malattie.
Ma non è ancora finita! Speriamo, io e Luigi, che abbiate la pazienza di aspettare qualche giorno per il proseguimento della nostra chiacchierata.
